Le chiese

BASILICA SANTUARIO DELL’ASSUNTA

La Basilica di S.Maria Assunta e S.Filippo Neri, l’unica chiesa parrochiale, nella sua cornice barocca evidenzia ancora una lontana cultura romanica, offuscata da stratificazioni varie ma mai distrutta, come testimoniano la struttura dell’abside in conci non squadrati, le colonne in pietra all’interno e gli eleganti rosoni sulla facciata.

Non si hanno notizie certe sulla sua origine ma gli elementi architettonici emergenti fanno risalire questo monumento al secolo XVII (l’mpianto risale però certamente ad epoca precedente).

La Chiesa, a croce latina, è a tre navate con quattro archi laterali sorretti da cinque colonne di pietra, l’arco trionfale e il transetto con tre cappelle in corrispondenza di ciascuna delle navate dedicate al SS.Sacramento, all’Assunta e a S.Filippo.

Mentre le navate laterali sono coperte con volte a botte lunettata, quella centrale ed il transetto sono coperti da capriate in legno con controsoffitto ligneo a riquadri dorati ed in parte intagliati. Questa controsoffittatura risale alla seconda metà del Settecento. Le raffigurazioni si rifanno ai culti presenti a Guardia.

Gli stucchi barocchi della navata centrale risultano di una grande compostezza, mentre quelli delle cappelle di S. Filippo e del Crocifisso (nove in tutto sono le cappelle) si presentano più ricchi per i disegni e le decorazioni

Anche dopo i lavori di consolidamento e di restauro – la chiesa è stata chiusa moltissimo tempo e riaperta al culto solo il 24 luglio 1982 – si notano nelle murature e nelle colonne, quelle di sinistra, i cedimenti e gli slittamenti verificatisi nel corso degli anni. Nell’intervento di recupero dell’intera struttura si è prima consolidato il terreno delle fondamenta e poi si sono rinforzate le strutture verticali. Per le capriate è stato operato il completo rifacimento e lo stesso soffitto ligneo ha una nuova struttura portante indipendente in acciaio.

Slanciato, pieno di luce, senza inutili appesantimenti di eccessive decorazioni, oggi il Santuario si presenta quasi stilizzato nella sua semplicità.

L’abside è tutta occupata dal baldacchino settecentesco al centro del quale è collocata la nicchia della Assunta per la quale i guardiesi, e non solo loro, hanno tanta devozione che culmina nelle famose processioni di penitenza rivissute ogni sette anni.

Questo tempio sacro, nel quale si conserva la statua lignea venerata col titolo di Assunta, è stato, prima, dichiarato Santuario Mariano da Mons. Salvatore Del Bene, Vescovo della Diocesi di Telese Cerreto Sannita, il 7 dicembre 1955. Successivamente l’Ordinario della Diocesi di Cerreto- Telese-Sant’Agata dei Goti, Mons. Felice Leonardo, il 7 dicembre 1988, l’ha elevato a Basilica Minore Pontificia. In occasione dell’Anno Santo del 2000, dichiarato da S.S. Giovanni Paolo II, la chiesa è stata inserita nel circuito dei luoghi giubilari voluti dalla Regione Campania e il Vescovo Mons. Michele De Rosa l’ha resa luogo giubilare della Diocesi per tutto l’anno 2000.

CHIESA DI S. SEBASTIANO MARTIRE

La Chiesa di San Sebastiano Martire è sorta, per iniziativa dei conciatori di pelli, su una primitiva Cappella risalente al 1515.

Alcuni elementi della struttura, ancora oggi visibili all’interno e all’esterno, sono da riferirsi a tale epoca.

Oggi però la Chiesa, risalente al primo ventennio del XVIII secolo, ad una sola navata, si presenta austera nei suoi lineamenti e nel profilo architettonico, a questo si contrappone la ricchezza di opere d’arte in essa presenti.

All’ingresso si nota il portale di pietra arenaria che, nonostante i fattori atmosferici corrosivi, conserva intatta la sua eleganza tutta cinquecentesca.

L’interno, ad una sola navata, è diviso in otto archi, quattro per ciascun lato. In quattro ci sono altrettanti altari, di cui due della stessa epoca e due databili posteriormente.

L’altare maggiore realizzato con marmi rari  e pregiati si arricchisce di putti e di elegantissime tarsie: da solo è un’opera monumentale.

Le strutture murarie e decorative sono di Domenico Antonio Vaccaro, il più prestigioso artista napoletano del Settecento, chiamato a Guardia S. dal ceto dei conciatori di pelli per prestare la sua opera come scultore e come stuccatore scenografo tra la prima e la seconda decade del secolo XVIII.

I dipinti della volta, tutta affrescata, e le tele sono invece di Paolo De Matteis, discepolo di Luca Giordano, chiamato a Guardia appena rientrato da Parigi dove era stato impegnato in alcuni dipinti della reggia di Versailles.

Nel riquadro centrale della volta è raffigurata la Gloria dell’Assunta. Nei riquadri sottostanti  I quattro  Evangelisti, mentre Angeli osannanti e recanti serti di fiori sono disposti nei tondi terminali. Otto VirtùMorali (da sinistra: Vigilanza, Mansuetudine, Preghiera, Prudenza, Religione, Semplicità, Povertà) sono rappresentate con lo stesso geniale impegno nelle lunette che sovrastano il cornicione. Altre importanti tele del De Matteis sono San Girolamo, Sant’Agnese, la Sacra Famiglia e La Pietà. Ai lati dell’abside si trovano altre due tele raffiguranti il S. Sebastiano curato da Irene e il Martirio. In alto c’è l’affresco della piccola volta, l’Estasi del Santo Martire che praticamente chiude tutto il discorso figurativo del De Matteis.

Sull’Altare Maggiore della Chiesa è la Pala col Martirio di San Sebastiano, protettore dei conciatori, trafitto dalle frecce dei suoi stessi compagni pagani. Il Santo è legato alle colonne di un portico, intorno a lui i soldati, armati di archi e lance, della sua corte; su di un lato, sotto un baldacchino, l’Imperatore circondato dai suoi consiglieri Gli Angeli portano le palme del martirio e la corona del Santo “difensore della Chiesa”. In alto è l’angelo Annunciante con la Vergine e lo Spirito Santo.

È un’opera tipicamente tardo-manieristica. Il dipinto è racchiuso in una complicata macchina intagliata e dorata. In alto, nell’ovale retto da due Angeli, è la Trinità.

Solo in epoca successiva (1729) Domenico Antonio Vaccaro realizzò il drappo in stucco sorretto da Angeli.

Le celebri tele e gli splendidi affreschi di questa Chiesa la renderanno ancora per i secoli futuri, uno dei monumenti più insigni di tutto il Sannio.

CHIESA DELL’AVE GRATIA PLENA

Fu la prima chiesa di Guardia Sanframondi ad essere costruita nella limitata cerchia dell’abitato più antico, ed è stata, fino a quando vi si sono celebrate le funzioni religiose, una delle più importanti e frequentate del paese.

Edificata agli inizi del XV secolo come una piccola cappella, vi erano annessi un ospedale ed un brefotrofio.

Ingrandita già nel 1511 e caduta in seguito al terremoto del 1688, venne ricostruita subito nella struttura in cui si presenta, a navata unica ed a forma rettangolare, con un pregevole soffitto ligneo a riquadri dorati ed intagliati.

Caratteristici risultano il “Cappellone” (l’antica chiesa) ed i resti di alcuni altari laterali in marmo.

Sull’altare Maggiore, in  marmo policromo, campeggiava, fino all’inizio dei lavori di ristrutturazione, una stupenda tela raffigurante l’Annunciazione, opera del pittore Paolo De Matteis, che oggi è custodita altrove.

A sinistra della porta d’ingresso della Chiesa si eleva un alto e slanciato campanile in pietra lavorata, alla cui base sono scolpiti due leoni.

Caratteristici sono i sei finestroni campanari e la cupola ricoperta di maioliche colorate.

Da sempre ed ancora oggi è luogo di raduno, di partenza e di ritorno per il corteo dei penitenti del Rione Piazza durante i Riti Settennali in onore di Santa Maria Assunta.

CHIESA DI SAN ROCCO

La chiesa, che oggi risulta chiusa al culto per problemi di staticità, fu edificata nel 1575 in questo luogo del Rione Croce, ai margini del centro abitato di allora, per iniziativa degli abitanti in seguito all’imperversare di una pestilenza.

Per questo motivo fu deciso di dedicare il tempio sacro a San Rocco, riconosciuto da tutti il santo liberatore della peste e di ogni tipo di epidemie contagiose.

In seguito, con il cessare delle pestilenze e con il crescere ed il progredire della gente del rione, la chiesa fu importante centro di fede.

Il sacro edificio, che esternamente si presenta imponente, sul basamento dal quale si eleva la sua inusuale forma slanciata a pianta ottagonale ed a cui si accede tramite una singolare gradinata, fu arricchito ed abbellito, al suo interno, di ornamenti e di varie opere d’arte.

Pregevoli si presentavano gli stucchi che ricoprivano la volta a cupola e uno straordinario effetto producevano le tele, oggi rimosse, che ornavano i due altari laterali e quello centrale, dedicato a San Rocco, e che risultano di particolare valore artistico, oltre ad essere alcune delle opere più significative del noto pittore Paolo De Matteis.

Ancora oggi, e forse dall’inizio della sua costruzione, la Chiesa è il punto di riferimento degli abitanti del Rione Croce in occasione dei Settennali Riti di Penitenza il onore dell’Assunta.