Quando sul monitor del pc si è aperto il file contente la digitalizzazione dell’intera collezione de “Il Tratturo”, un pizzico di nostalgica emozione mi ha avvinto e non ho saputo evitare una scorsa veloce di quelle tante pagine “ciclostilate alla buona”.

Persona presente ha sbirciato e con aria di sufficienza ha detto: “Ah ma è il giornaletto de la Wuardia”. Non si rendeva conto che con quelle parole aveva dato la più bella, genuina e azzeccata definizione di quel periodico che, per alcuni anni, fu appunto la “voce di Guardia”. La voce non di chi, pro tempore, amministrava il paese, la voce non di una stampa ufficiale che solo occasionalmente si interessava al nostro paese, la voce non del tal acculturato e dotto scrittore…fu la voce del paese tra i paesani che giungeva anche oltre i paesani stessi.

 La sua tiratura, che raggiunse le 500 copie, costituì, per alcuni anni, un qualcosa di atteso ed apprezzato. Quei  fogli diventarono,  molto presto, uno strano contenitore dove uno studioso del nostro linguaggio trovò la sua prima bacheca espositiva di quanto andava man mano studiando, inventariando e codificando;  il palco dal quale, opportunamente stimolati con interviste, noti personaggi  della politica, della chiesa, dello sport, dell’associazionismo, della cultura locale poterono esporre le loro ragioni e tesi; la piazza dove la “vox populi” riportava con “la vomma”  stimoli, osservazioni, proposte ed anche proteste sul come andavano le cose; gli spazi dove un sedicente “dottor Socrates” si atteggiava a “critico di costume”, stigmatizzando avvenimenti e comportamenti; pagine in cui gli studiosi di storia e tradizioni nostrane coinvolgevano i lettori nei frutti delle loro ricerche con ciò contribuendo a memorizzare e conservare reperti, notizie, fatti, avvenimenti, rendendo patrimonio comune ciò che prima era riserva esclusiva di pochi. E non mancarono, su quei fogli, vivaci e contrastati confronti in ordine alla nostra “Cantina Sociale” ed in ordine ad alcune beni (ritenuti di scarsa importanza) che indossavano le “ali” per andare altrove. Ed è inutile ricordare poi che la pagina relativa allo sport locale non mancava mai.

Questo fu “Il Tratturo” ed oggi la digitalizzazione della raccolta delle varie annate è portata a disposizione di voi tutti. Se sfoglierete quelle pagine forse rimarrete indifferenti ma forse sentirete nascere in voi la voglia di rileggere e saperne di più. Se questo accadrà uno dei compiti della Pro Loco sarà raggiunto. Forse nascerà in voi un amore diverso per il nostro paese, un amore più conscio della sua importanza. Tanto non perché è il nostro e vostro paese ma perché questo vostro paesello ha lasciato e continua a lasciare una sua impronta nella storia. La storia non la fanno solo i grandi eroi, o i grandi potenti, i grandi letterati o i grandi comunicatori, i grandi artisti o i cartellonisti pubblicitari, la storia la fa ognuno di noi nella sua insignificante piccolezza. Noi esistiamo perché il mondo esiste, ma è anche vero il contrario e cioè che il mondo esiste perché tanti piccoli come noi esistono.

            Se “Il Tratturo” è stato il “giornaletto di Guardia” che sia allora il vostro giornaletto. Ripercorrete questi scritti e fatene vostro il contenuto. Le notizie che vi troverete partecipatele ai vostri congiunti e amici, copiatele, diffondetele, ma non fatene uso a scopo di lucro perché il contenuto del “tratturo” resta di proprietà della Pro Loco di Guardia Sanframondi, e la Pro Loco non ha scopo alcuno di lucro. Lo scopo statutario della Pro Loco é unicamente quello, di tutelare il bene del paese, “bene” inteso nel senso più ampio del termine.

Chiudo queste parole con il recupero di un titolo e del contenuto della prima pagina del n° 1 dell’anno 1988:

                                                           Signori si riparte

Ce ne facciamo un impegno…aiutateci ad onorarlo.

Il presidente pro tempore della Pro loco Pasquale Foschini

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